Perché parlare di Morte?

Ti senti in imbarazzo quando parli della morte?

Viviamo in una società dove la morte rappresenta la grande esclusa.

Quando sentiamo qualcuno a noi vicino che prova a parlare dell’argomento, spesso, le nostre parole sono queste: “Ma dai.. a cosa pensi?”, “Ma va..”. E così finisce il discorso, si parla del tempo, del cosa faremo al weekend e magari dei progetti che abbiamo in mente.

Non è paradossale che tutti pensiamo a cosa faremo domani ma, per l’unica cosa certa nella vita, cioè la morte, non facciamo nessun progetto?

Mi chiamo Laura Campagnolo, sono una Tanatologa, nonché Assistente Sociale. Per lavoro interagisco con molte persone e sto in mezzo a loro. Per lo più questi miei “vicini” sono anziani o parenti di quest’ultimi. Per questo, nel corso della mia formazione, mi sono concentrata nel sensibilizzare i colleghi ed i caregiver verso una maggiore consapevolezza della vita degli anziani e quindi anche nell’accompagnamento verso la morte.

La teoria della gestione del terrore

Questo fenomeno è stato studiato a fondo da tre psicologi americani: Jeff Greenberg, Sheldon Solomon e Tom Pyszczynski i quali hanno  inaugurato gli anni ottanta con la "teoria della gestione del terrore" (Terror Management Theory: TMT).

L'obiettivo era quello di indagare il ruolo assunto dall'angoscia esistenziale di morte nelle relazioni umane. Il terrore della propria fine può risultare paralizzante, spingendo l'essere umano ad elaborare delle strategia di difesa sia consce che inconsce. Queste servono per vivere senza subire gli effetti destabilizzanti causati dal timore di dover affrontare la morte. In poche parole, la morte ci fa così paura, è così terrorizzante che cerchiamo in tutti i modi di reprimerla.

Rompere il tabù della morte

Parlare di morte è rompere gli schemi e ci permette di sgretolare pezzo dopo pezzo, il tabù che ruota attorno al tema del morire. Non è semplice, ma è necessario che l’essere umano inizi a prendere consapevolezza che la morte non è l’opposto di nascita ma è parte della vita. Solo così inizieremo a essere grati della nostra esistenza.

Il fatto di essere tutti mortali dovrebbe farci apprezzare di più ogni giorno della vita. Ecco perchè è doveroso non solo pensare a cosa faremo domani ma anche a come vorremo che sia il nostro lasciare la vita terrena. Non è così immediato, ma è un compito che dobbiamo curare, sia per noi che per i nostri cari.

Prova ad immaginare a quanto sarebbe stato più semplice se una persona che ora non c’è più :

  • ti avesse dato delle disposizioni prima di morire.

  • Se ti avesse detto che vestito avesse voluto indossare, se avrebbe voluto un rito religioso o laico o di qualsiasi alto tipo.

  • Se il suo desiderio fosse stato quello di essere cremato o meno.

Non sarebbe stato meglio saperlo prima?

È tempo di iniziare a porci e fare domande che possono sembrare scomode e difficili. Se non sei ancora pronto/a a parlarne con i tuoi cari, inizia scrivendomi viviamolamorte@gmail.com, è un primo passo per iniziare a parlare di morte in uno spazio libero ma allo stesso tempo sicuro, senza paura di venir giudicato.

Un esercizio per casa?

Prendi un foglio e prova a scrivere una frase che ti rappresenta, una caratteristica per la quale vorresti essere ricordato.

Fonte: Il grande libro della Morte, Ines Testoni

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L'Importanza del Dolore: Come Affrontare il Lutto per Trasformare la Nostra Vita

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