Morte e Silenzio: uno spazio per l’essere
Il potere del silenzio nel nostro ultimo viaggio
La morte è una parte inevitabile della nostra esistenza, eppure è spesso accompagnata da un senso di paura e disagio.
Sono Laura Campagnolo, tanatologa e assistente sociale. In questi ultimi 5 anni mi sono dedicata allo studio e all’approfondimento di tematiche relative al fine vita e al lutto, aiutando le persone che stanno morendo e i loro accompagnatori.
Parliamo poco della morte, e quando lo facciamo, tendiamo a concentrarci su come allontanarla o a renderla meno dolorosa. Tuttavia, c'è un aspetto fondamentale del processo del morire che raramente viene riconosciuto appieno: il potere del silenzio.
Il silenzio nel contesto del fine vita non è solo l'assenza di parole o suoni. È uno spazio sacro, un momento in cui le parole si rivelano superflue, dove l'essere umano, nel suo percorso verso la fine, ha l'opportunità di riconnettersi profondamente con se stesso e con ciò che è essenziale.
Il silenzio dell’accompagnatore come presenza
Quando siamo vicini a una persona che sta per morire, ci può essere una naturale inclinazione a voler riempire lo spazio con parole di conforto, ricordi, o rassicurazioni. Le parole possono essere importanti, ma anche il silenzio è una forma di presenza, e spesso è addirittura più potente.
Essere, e non solo stare in silenzio accanto a qualcuno che sta morendo significa offrire una compagnia autentica, priva di aspettative. Non c'è bisogno di riempire il vuoto, perché quel vuoto può essere lo spazio dove avviene il contatto più profondo. Attraverso il silenzio, possiamo comunicare una comprensione che va oltre le parole:
io sono qui,
sono insieme a te,
in questo momento irripetibile,
condividendo la fragilità dell'esperienza umana.
Il silenzio come spazio di riflessione per chi sta morendo
Per la persona che sta morendo, il silenzio può essere un rifugio. In una società sovraccarica di stimoli, il silenzio può offrire una tregua, uno spazio in cui raccogliere i pensieri, fare pace con se stessi e con la propria vita.
Il silenzio è un'opportunità per riflettere sui propri desideri più profondi, sulle persone amate, sulle esperienze vissute e, in ultima analisi, per accettare l'inevitabilità della fine.
Il silenzio permette di lasciar andare le distrazioni esterne e focalizzarsi su ciò che realmente conta. Per molti, affrontare la morte è un processo intimo e personale, e il silenzio può essere il luogo in cui avviene una forma di riconciliazione interiore, un modo per fare i conti con ciò che si lascia e per trovare una sorta di serenità.
Silenzio come momento di connessione spirituale
Molte tradizioni religiose e spirituali riconoscono l'importanza del silenzio come veicolo di connessione con il divino, l'universo o un senso più profondo dell'esistenza. Per chi è vicino alla morte, il silenzio può diventare una preghiera senza parole, una meditazione sulla vita e sul mistero dell'aldilà.
Anche per chi non segue un cammino religioso specifico, il silenzio offre l'opportunità di entrare in uno spazio di contemplazione, di percepire il mondo oltre il livello superficiale delle parole e delle azioni. È uno spazio che può rivelare una dimensione di pace e trascendenza, aiutando la persona morente a sentirsi connessa a qualcosa di più grande di sé.
Il silenzio per chi rimane
Per i familiari e gli amici che assistono una persona nel fine vita, il silenzio può essere difficile da affrontare. C'è spesso la tentazione di parlare per riempire il vuoto, per cercare di alleviare l'imbarazzo o il dolore. Tuttavia, imparare ad accogliere il silenzio è un atto di grande rispetto e amore verso la persona che sta morendo.
Nel silenzio, possiamo imparare ad ascoltare non solo le parole, ma i gesti, i respiri, le emozioni non dette. Il silenzio permette di entrare in sintonia con l'altro in modo più profondo, di percepire i bisogni e le emozioni che non trovano espressione verbale. Questo tipo di ascolto può portare un conforto inaspettato, creando uno spazio in cui l'altro si sente davvero visto e compreso, anche senza parole.
“Il Silenzio Onesto” di Chandra Livia Candiani
Non c’è modo migliore di concludere questo articolo con la meravigliosa poesia sul silenzio di Chandra Livia Candiani, la trovi nel libro “Il silenzio è cosa viva”.
“Non tutti i silenzi sono uguali. Come, grazie alla consapevolezza del vivere, si diventa sensibili alla luce, alle diverse sfumature di luce in diversi luoghi, in differenti momenti della giornata e delle stagioni, cosí si colgono miriadi di sfumature nei silenzi nostri e altrui, silenzi umani, silenzi degli animali, degli alberi, silenzi minerali.
Il silenzio non è tacere né mettere a tacere, è un invito, è stare in compagnia di qualcosa di tenero e avvolgente, dove tutto è già stato detto. Il silenzio sorride.
Caro silenzio, aiutami a non parlare di te, aiutami ad abitarti. Addestrami. Disarmami. Tu mi insegni a parlare. Eccomi, mi lascio rapire. Non lascio niente a casa, niente di intentato. Ci sono. In te. Arte del congedo per ritrovare.
Arte dell’a-capo che insegna a lasciarsi scrivere. Il silenzio semina. Le parole raccolgono.
Il silenzio è cosa viva”.
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